Anna Luisa Pignatelli, Ruggine

Editore: Fazi

Ferro è il nome di un gatto che è rimasto l’unica compagnia di un’anziana, chiamata Ruggine per il suo attaccamento a lui. La comunità la considera una strega da cui guardarsi, per i suoi modi riservati e distratti, esito di un trauma manipolato dall’opinione pubblica ad uso diffamatorio.
Le brutture della vita, soprattutto della vita sociale sembrano condensarsi in questo romanzo. Perché dunque leggerlo? Così risponde l’autrice, Anna Luisa Pignatelli: perché «in ognuno di noi c’è una parte solitaria, indifesa e combattiva al contempo. Ruggine è una combattente ed è forte: accetta i suoi dolori come parte della vita».

Sinossi:

Ruggine narra la storia di emarginazione di una donna ormai anziana in un paese di poche anime, grette e crudeli, protagoniste di vicende aspre e orizzonti senza speranza. Sullo scenario di una Toscana letteraria e allo stesso tempo autentica, gli abitanti del piccolo nucleo al centro del dramma, commetteranno ogni tipo di angheria ai danni della donna, vittima suo malgrado di una vera e propria persecuzione a causa del suo passato. Il mistero di Ruggine ruota attorno a un fatto torbido riguardante il proprio figlio, da tempo rinchiuso in una casa di cura per il suo comportamento violento. Da allora, nonostante i soprusi subiti, Ruggine è il demonio, la strega da cui guardarsi, messa al bando dalla comunità per la sua condotta illecita e punita per il suo atteggiamento schivo e fatalmente remissivo. Nonostante l’innocenza e la rassegnata accettazione di un destino avverso, la condanna sarà senza appello e ad emergere sarà unicamente la grande solitudine della donna fino allo straziante, paradossale epilogo nel rovesciamento di ogni senso di pietà e di giustizia.

«È necessario fare un balzo letterario all’indietro di così tanti secoli per ritrovare, in letteratura, la figura di una donna così maschile nella sua forza, così rispettata nella sua solitudine, così odiata e ammirata per la capacità di resistenza alla Natura». Ne scrive Monica Bedana in un’ampia e sostenuta recensione in Sul Romanzo.

Bruno Quaranta parla di «una parabola spinata» di resilienza su La Stampa.

L’intervista con l’autrice sul volume in Scrivere al Femminile.

 

L’autrice:

Anna Luisa Pignatelli, toscana di nascita, ha trascorso molti anni fuori dall’Italia, fra cui alcuni a Dar es Salaam e a Seoul. È molto conosciuta e apprezzata in Francia, dove, nel 2010, ha vinto il Prix des lecteurs du Var con la traduzione del suo primo libro, Nero toscano. Vive attualmente in Guatemala.

Dicono di lei: 

«Una voce insolita nella letteratura italiana di oggi, lirica, tagliente e desolata». Antonio Tabucchi

 

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