Beatrice Masini, I nomi che diamo alle cose

editore Bompiani

Ogni storia è come un nome che diamo alle cose.

Sinossi

Iride Bandini, celebre autrice per ragazzi, contraddicendo il suo essere glaciale e sprezzante, lascia in eredità una piccola casa affacciata sul lago di Garda ad Anna, editor in piena carriera: un curioso, eccessivo gesto di gratitudine che invita Anna a cambiare vita senza rifletterci troppo.

Dalla città alla campagna, passato un primo periodo in solitario, nuovi legami s’impongono, si rendono necessari: lo scorbutico figlio di Iride, la sua vecchia, superstite segretaria, una affabile famiglia di contadini, il capomastro Tiziano che, mistico e visionario, sembra suggerire una via d’uscita alle varie complicazioni esistenziali; e poi ci sono i «foresti», gli olandesi attratti da una semplice vita agreste e, a contrasto, lo «Sceicco», il ricco mercante, che con tutto il suo fascino potrebbe apparire ancora una intrusione della città. Tutti sembrano volere qualcosa da Anna, come se la sua presenza in quel luogo non fosse quasi casuale ma richiesta.
La casa funge da catalizzatore di rivelazioni, irradia luce nei tormenti delle vite, rende disponibile ad Anna ha tutto il materiale per scrivere la biografia di Irene. Il paesaggio, con le presenze affettuose di piante e animali, depura lo sguardo da un’altra luce, quella fittizia della ribalta e di un’artificiosa ricchezza.

Un estratto del libro.

Un’intervista all’autrice in «Sul romanzo».

 

L’autrice:

Beatrice Masini è editor, traduttrice, scrittrice di libri per bambini e ragazzi con cui ha vito il Premio Pippi, il Premio Elsa Morante Ragazzi, il Premio Andersen ; per gli adulti ha composto Tentativi di botanica degli affetti.

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