I Quaranta Santi di Ferruccio Mazzariol

Articolo pubblicato su il Corriere del Veneto del 17/03/2019

Quaranta Santi a proteggere trent’anni di florida attività editoriale e ottant’anni di vitalissima, gagliarda esistenza nel mondo: tutte cifre tonde per celebrare la presenza meritoria di tanti ottimi titoli e tanta verace cordialità.

E’ di Ferruccio Mazzariol che si parla, del suo ottantesimo compleanno e del trentesimo anniversario della sua casa trevigiana.

Mi verrebbe quasi da omettere l’appellativo ‘editrice’, tanto si avverte l’intimità di quella ‘casa’, che lui ha costruito costola su costola, copertina dopo copertina, con un amore costante – non solo passione bruciante – e con fiuto, a volte, da editore internazionale.

Le modalità di sviluppo della sua attività, che per una editrice si chiama soprattutto catalogo, parlano da sole: circa duecento titoli e più o meno settecentomila copie vendute, quasi porta a porta. 

E’ stata questa la forza della sua distribuzione, tutta racchiusa nel potere affabulatorio di questo ‘piavesoto’ – così ama definirsi- classe 1939, laureato in lettere, autore, editore, libraio, in ordine cronologico.

Ma, in ordine di valori prima di tutto lettore.

Personaggio di grande socievolezza, capace di concionare la pubblica platea senza tema di ansia da prestazione oratoria, Ferruccio Mazzariol, come un monaco di clausura, è capace di isolarsi dal mondo per sprofondare e ottenere le emozioni più profonde e gli stimoli più efficaci nella lettura.

Così ha scelto titoli memorabili, da Theodore Fontane a Vaclav Havel,  assecondando la sua vena mitteleuropea, un delizioso, ritradotto Robert Louis Stevenson (‘Viaggio con un’asina nel cuore della Francia” ) da Sylvie Germain a Saint-Exupery e Girard, per un Novecento europeo intimista e illuminante, mentre sul fronte italico sfoggia la riscoperta di Antonio Russello siculo veneto dalla scrittura immaginifica, la riproposta di Bonaventura Tecchi, e ancora Bartolini , Giacomini grandi friulani, Comisso, recentemente, con un’opera dedicata a Arturo Martini e Gino Rossi e l’attenzione e cura per le scritture di confine, con uno sguardo mai superficiale verso la Dalmazia, l’Istria, l’Adriatico.

Per non parlare della fiducia negli autori esordienti del territorio nordestino, con autentiche perle come Paolo Malaguti di ‘Sul Grappa dopo la vittoria’.

Gli chiediamo quale è il titolo che manca dal suo catalogo, che comunque resterà testimonianza viva di una vita dedicata ai libri.

“Scorrono in me due vene parallele e non opposte: quella che mi fa dire Guareschi e l’altra che pronuncia i nomi di Von Retzori, Joseph Roth, ma anche  la Morante di ‘L’isola di Arturo’. Non amo la cultura razionalistica, algida e impietosa; un libro, anche un saggio, deve portare con sé le ragioni del cuore. Così è stata ed è la Santi Quaranta”.

Non è una mente facile da inquadrare quella di questo assai ben portante ottantenne, intenditore di buoni vini ma senza estenuazioni estetizzanti, veraci e sinceri, i vini così come per i libri.

Guareschi sta a significare una vena popolare di sicura comunicatività, non popolaresca né folkloristica, sempre attento com’è Mazzariol a individuare la banalità, la piccineria e subito tagliarla fuori dal suo cerchio magico.

Un uomo generoso “Pago i diritti agli autori- cosa rara”, (verissimo!) ma con un preciso, terragno senso del valore delle cose, capace di regalare, valutando il tuo quoziente intellettivo in poche frasi, tre libri del suo catalogo solo se ti scopre appassionato di un qualche autore di nicchia.

Le sue creature di carta hanno caratteristiche precise dal punto di vista estetico: carta eccellente, copertine discrete  e sempre riconducibili al marchio dei Santi Quaranta, la bella porta rinascimentale della cerchia muraria trevigiana, una grafica impeccabile e la assenza di errori di stampa, cosa davvero rara anche oggi.

Uomo imprevedibile, che ha battuto palmo a palmo il Triveneto di montagna per vendere nelle sperdute valli della Carnia, così come nelle edicole collinari della Bassa Padana, le ultime edizioni della sua creatura Santi Quaranta.

Mai pago, come un editore vero, sempre sulla traccia del titolo giusto, sia nell’ambito locale, non sempre di completa soddisfazione, sia nell’area della Mitteleuropa, suo vero terreno di caccia.

“ Avrei così tanto ancora da fare: Venezia e la sua storia linguistica, ad esempio, mi attirano come una calamita. Quella lingua così ricca e internazionale: certo molto si è scritto ma ancora così tanto resta…”

E poi c’è la sua libreria che ha compiuto da poco cinque anni “Un sogno che rincorrevo da tanto e che mi sono permesso come un regalo per me e per miei concittadini”, un luogo di ritrovo per gli amanti della buona lettura, con i titoli Santi Quaranta e con una piccola curiosissima scelta di libri personalmente selezionati, fuori catalogo, rarità editoriali, libri d’arte, insomma un autoritratto di Mazzariol sotto forma di libreria,

“ Il libraio deve essere un mediatore di bellezza, colto ma non elitario”.

  Così questo amabile ottantenne, accogliente e eterodosso a cui auspichiamo lunghissima vita sotto la protezione dei quaranta santi.  

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