Intervista a Pierluigi Panza, membro della giuria tecnica del Premio Comisso

Pierluigi Panza è scrittore, giornalista e docente universitario di Estetica e Storia delle Arti. E’ autore e curatore di numerose pubblicazioni scientifiche tra le quali Leon Battista Alberti: filosofia e teoria dell’arte (1993) e Piranesi architetto (1999). Collabora alle pagine culturali del «Corriere della Sera». Come Ha pubblicato vari romanzi di carattere generazionale e storico; in particolare La croce e la sfinge. Vita scellerata di Giovan Battista Piranesi si è posizionato nella finale del Premio Campiello nel 2009 e L’inventore della dimenticanza al Premio del Terriccio, Stresa, Golfo dei poeti e Città di Como nel 2014.

Isabella Panfido: Professor Panza, quali criteri di giudizio ha introdotto nella sua scelta dei sei finalisti dell’edizione 2016 del Premio Comisso?

Pierluigi Panza: Preferisco opere di narrativa che non siano di puro intrattenimento. Ritengo infatti che la letteratura possa e debba essere uno strumento per trasformare il mondo attraverso la trasformazione dei singoli lettori. Non intendo parlare di opere di impegno militante, né opere che ‘prendano’ per mero diletto di lettura, ma di libri che grazie alla scrittura entrino nel contesto del nostro tempo.

Per le biografie il valore può essere variabile. Posso apprezzare il carattere filologico di una biografia o autobiografia, ma valuto con interesse anche l’aspetto impressionistico delle narrazioni a tema biografico, mentre non ritengo particolarmente efficaci le biografie di spiccato carattere riassuntivo

Isabella Panfido: Ha individuato degli orientamenti letterari comuni tra le opere selezionate?

Pierluigi Panza: Per la sezione biografia, gli esiti sono soddisfacenti, pur nella diversità degli sguardi le opere finaliste hanno tutte una base di accuratezza e ricerca.

Per la narrativa, invece, mi sembra sia stato un anno interlocutorio senza picchi di eccellenza, né particolari novità stilistiche o linguistiche, pur riconoscendo a uno dei tre autori finalisti il valore della continuità nella scrittura e nella tematica.

Isabella Panfido: Che senso può avere oggi, nel contesto editoriale e nel mondo della scrittura, un premio letterario ?

Pierluigi Panza: Un premio letterario deve tenere vivo il lumicino della letteratura. Il premio come competizione è un mero escamotage. Nel caso del Premio Comisso, il suo significato sta nel tenere viva la memoria di un autore importante, caro al luogo dove il premio si tiene. Ritengo perciò che il Premio Comisso, senza temere il provincialismo, dovrebbe volgere maggiore attenzione alle realtà culturali locali, continuando a essere presente nel territorio, per stimolare e far emergere quanto di meglio la cultura del luogo produce.

Isabella Panfido, giornalista pubblicista, collabora alle pagine culturali del «Corriere del Veneto», è autrice e traduttrice dal russo e dall’inglese. Ha curato la riedizione di Poesie dialettali di Ernesto Calzavara e tradotto Memorie di una contadina di L. Tolstoj e T. Kuzminskaja. In poesia ha pubblicato A pelo d’acqua (Premio Firenze 1997 Fiorino d’oro per poesia inedita), Casa di donne (2006), Shakespeare alla veneziana (2012), La grazia del danno (2014).

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