Recensioni a “Cara pace” di Lisa Ginzburg

“Cara Pace” di Liza Ginzburg

C’è chi vive in trincea tutta la vita, in costante difesa rispetto a ciò che della vita stessa, a volte, ferisce e fa male, altre volte, invece, eccita e inebria, e può persino travolgere, tanto è grande la sua forza propulsiva. Una vita così, al riparo e protetta, rende possibile andare avanti e con il tempo permette di superare i traumi che hanno turbato e ferito. Dietro lo scudo, infatti, si vive, si ama, si soffre anche, ma con un’intensità minore, ché l’armatura tiene al riparo dai fortunali e dalle passioni prorompenti. Dietro lo scudo, quindi, si può crescere, maturare e invecchiare, spesso anche morire. Talvolta, però, quasi per caso, a un certo punto, lo stato di allerta e difesa cessa, non è più così rilevante e necessario, tanto che lo si dimentica. È allora che ci si scopre unici e inimitabili, persino amabili, in primo luogo ai nostri stessi occhi: lo scudo ci ha preservato, tutelando la parte di noi più vera e pura. E così, oltre il carapace, troviamo infine la tanto cara pace, insieme a infinite occasioni di vita, nuove storie di cui, se vorremo, potremo essere protagonisti, finalmente liberi di scegliere, di vivere e sentire le emozioni. Questo è quanto succede a Maddalena, protagonista, insieme alla sorella Nina, di Cara pace, di Lisa Ginzburg.

Falvia Todisco

La poetessa americana Premio Nobel 2020 Louise Glück affermava che «di due sorelle, ce n’è sempre una che osserva e l’altra che danza». Il rapporto tra sorelle è sempre stato un legame di complicità, ma anche di conflitto. Attorno a questo tema ruota “Cara pace”, il nuovo romanzo di Lisa Ginzburg, edito Ponte alle Grazie nel settembre 2020. Ambientato tra Parigi, New York e Roma, il romanzo racconta la storia di due sorelle, Maddalena e Nina Cavallari. Il loro è il tipico legame basato da un lato sulla complicità, che affiora con forza dall’abbandono della loro madre Gloria quando erano bambine, e dall’altro sul contrasto, evidenziato dai nomi che si davano da ragazzine, ovvero Maddidura e Ninamolle: l’una solida come una fortezza e con la testa sulle spalle, l’altra uno spirito libero e intraprendente come la madre. Le due protagoniste, però, si completano a vicenda, poiché Maddalena imparerà a infrangere il carapace della sua solitudine, ammettendo nella sua vita le variabili impazzite dei sentimenti, mentre Nina a dare ordine alla sua instabilità. Con una prosa lieve e introspettiva, Lisa Ginzburg scrive un romanzo delicato non solo sul rapporto fra sorelle, ma anche sull’infelicità e la voglia di evasione dai legami familiari che soffocano i propri sentimenti. «Ciascuna di noi due ha un suo nodo, e un suo modo. Una volta di più, due facce di una stessa moneta. Addizione di un’uguale mancanza».

Alberto Paolo Palumbo

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