Recensioni a “Enne” di Valentina Durante

“Enne” di Valentina Durante

Non una vera recensione, ma un pensiero a caldo, un gesto involontario che suggerisce una riflessione.Un uomo colpito da un lutto, decide di cambiare vita, agiata e di successo, per diventare un codista: fare la coda, sbrigare incombenze per conto di altri. Una nuova quotidianità solitaria, cadenzata da gesti ripetitivi e ossessivi, la necessità di elaborare un lutto, con una modalità autopunitiva. Scritto come uno strano epistolario, che alterna ricordi, e considerazioni sul passato, ma soprattutto sull’incombente presente in progressiva evoluzione…Chiudo il libro e mi tolgo la fede perché mi si è gonfiato il dito. L’appoggio sul libro, al centro della copertina dove è disegnato un barattolo di vetro trasparente. Sembra stare all’interno del barattolo, “i barattoli”, oggetti inanimati protagonisti di questa storia. Questa casualità mi colpisce, quasi a confermare, come dice l’autrice in un capitolo del libro “Io non immagino storie, non costruisco storie: mi limito a lasciare che le storie mi utilizzino – come fossi un guscio, una crisalide, o un banale contenitore – perché è arrivato per loro il momento di esistere, e io non posso che mettermi a disposizione: la storia è mia prigioniera, e allo stesso tempo io sono prigioniera della storia”. In fondo la fede in un barattolo, non è altro che un sogno cristallizzato, un’immagine quasi perfetta per descrivere questa storia. Una bella scrittura, che permette di avventurarsi senza difficoltà in uno spazio fatto di sogni e immaginazione, di dolore, di paura, ma in grado di vincere la morte.

Silvia De Tosti

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