Recensioni a “Il grande me” di Anna Giurickovic Dato

“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato

“Il grande me”, secondo romanzo di Anna Giurickovic Dato dopo quel fulminante esordio che è stato “La figlia femmina”, non è un romanzo di trama. Per ammissione dell’autrice, quasi niente è invenzione. Si tratta del resoconto più o meno romanzato di una tragedia familiare che l’ha colpita in prima persona, quella relativa alla malattia terminale del padre, uomo stimato e amato.Impensabile è immaginare quanto possa essere costato scrivere un romanzo del genere, tentando di staccarsi dalla visione intimistica e patetica che si poteva dare agli eventi per rileggerli da una prospettiva quasi clinica – terrificanti le pagine in cui, con dovizia di particolari, si descrive il progresso della malattia – e renderli comprensibili e accessibili a chi un percorso del genere non l’ha affrontato.È probabile che la stesura di un testo del genere sia servito anche all’autrice per esorcizzare il dolore, che abbia insomma assunto la funzione di un rito catartico, una sorta di colloquio terapeutico. Ma, nell’affrontare la delicata questione, Anna Giurickovic Dato si è messa a nudo, ha svelato al lettore le ferite ancora aperte e sanguinanti – non ancora cicatrizzate, non ancora chiuse – che attraversano il proprio corpo. Leggere “Il grande me” è un dolore continuo, ma uno di quei dolori che vanno affrontati per prepararsi a quello che verrà.

David Valentini

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