Recensioni a “La ferita” di Lucio Leone

La ferita” di Lucio Leone

Lucio Leone affonda il vuoto enigmatico e occulto del trapasso, indaga l’ambigua e arcana questione del grave disagio introspettivo, interpreta la condizione dolorosa e disperata, coglie il groviglio della desolazione, con l’autentico proposito di riuscire a scoprire la prospettiva decisiva e fondamentale della sofferenza. “La ferita” apre una lesione traumatica nell’imponderabile fatalità della vita, riflette la virtuosa attitudine di rappresentare le distanze del coraggio, esamina l’intensa complessità dei sentimenti, riscontra l’impulso vitale nella sua intima esperienza, rivela negli indizi la ragione dell’atto autolesionistico, concede al protagonista la straordinaria e visionaria missione salvifica, con l’intento d’impedirne inesorabilmente l’epilogo estremo, con la benevola attenzione di scrutare, con il dono determinato degli occhi, la voragine avida delle confessioni dell’inconscio. Lucio Leone afferma, con rara ed elegante perizia narrativa, l’imprevedibilità della propria emotività, rivela la polvere delle proprie inquietudini, osserva la paura nichilista, nel significato di un frammento: “il vuoto ha sirene nascoste che cantano”.
Rita Bompadre

Qual è il primo pensiero che suscita il suicidio di una persona cara? Dolore, angoscia, ma soprattutto il rimpianto di non aver potuto impedire una scelta irreparabile, di cui si finisce spesso per sentirsi in qualche modo corresponsabili. Il protagonista senza nome di “La ferita” personifica questo rimpianto di chi resta: chiamato dai parenti o dagli amici di chi si è appena suicidato, pratica un’ampia ferita nel cadavere e vi si immerge, penetrando nella coscienza del suicida per rivivere le sue ultime ore di vita e cercare di modificarle, così da evitarne la morte. Non sempre ha successo, ma svolge il suo compito con grande scrupolo professionale, almeno fino al giorno in cui l’ennesimo caso che affronta non gli svela qualcosa di sé che avrebbe preferito non sapere.Fitto di citazioni e di omaggi ai tanti scrittori che hanno scelto di porre fine consapevolmente alla propria esistenza, da Virginia Woolf a Cesare Pavese, “La ferita” affronta un tema impegnativo e delicato da un punto di vista insolito e surreale ma molto coinvolgente, raccontandoci dei lati oscuri che si nascondono nel profondo di tutti noi, anche se riteniamo di essere profondamente attaccati alla vita e di non aver mai nutrito, nemmeno per caso, propositi suicidi.
Annamaria Trevale

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