“A modo mio” di Sara Francastoro Rudi

Autore: Sara Francastoro Rudi

Editore: Cierre Edizioni

Sinossi: L’infanzia durante la seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista, la partecipazione dei genitori alla Resistenza, la liberazione di Giovanni Roveda dal carcere degli Scalzi di Verona, la clandestinità, l’arrivo degli americani, la scoperta dell’orrore dei campi di sterminio. Con gli occhi di una bambina sveglia, che cresce veloce in una manciata di mesi. «Questa è la storia di una bambina che dai cinque ai dodici anni cercò di capire quello che le succedeva intorno. Volle farlo da sola, senza mai chiedere spiegazioni, senza desiderare mai niente in più di quello su cui poteva contare. Ma era una bambina molto sveglia e guardava tutto quello che la circondava con grande curiosità e interesse, a volte anche con paura e ansia. Attenta a quello che ascoltava, attentissima alle proprie emozioni e a quelle degli altri, questo la aiutò a capire molte cose, anche difficili, e a decidere che piega dare ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti. Ad esempio, capì che la guerra è il più brutto dei mali. Cari nipoti, quella bambina che ha trascinato con sé e con coscienza la propria vita, assieme al vostro bravissimo nonno, è diventata la vostra nonna.»

Biografia: Sara Fracastoro è nata a Verona il 10 novembre 1932. Dopo aver vissuto le vicende narrate in questo libro, nei primi anni cinquanta ha frequentato a Zurigo e Rorschach corsi di lingua tedesca, avendo modo in quella sede di conoscere la situazione degli emigrati italiani (quelli delle “valigie di cartone”) alloggiati nelle baracche, con i quali ha potuto conversare a lungo approfondendo la conoscenza dei loro problemi, un’esperienza molto formativa per le implicazioni di carattere sia storico sia emotivo. Iscritta al Pci dal 1946 alla gestione Berlinguer, ha partecipato attivamente alle iniziative dei partiti democratici e all’organizzazione delle attività promosse in occasione delle lotte operaie, per i diritti civili e nel mondo della scuola. Insegnante elementare, è sua l’interrogazione parlamentare dell’agosto 1976 dove si chiedeva la tutela della legge che garantiva la libertà di insegnamento. Nel 1980, a conclusione di un esperimento didattico della durata di cinque anni, ha proposto la mostra L’espressione figurativa del bambino a Palazzo Forti e presso la Galleria “Linea 70”, patrocinata dal professor Licisco Magagnato, direttore dei Musei Civici di Verona.

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