Recensioni a “La Malnata” di Beatrice Salvioni

La Malnata” di Beatrice Salvioni

Il fascino del proibito, della deviazione dalla normale quotidianità,la voglia di libertà e di trasgressione dalle regole della tranquilla vita borghese di una bambina che si affaccia alla adolescenza, il desiderio di sentirsi grande disubbidendo agli schemi imposti, tutto questo induce Francesca, fino a quel momento rispettosamente osservante degli limiti imposti ,a ribellarsi e a porsi domande e dubbi spiando dal ponte ragazzini inquieti e vivaci che ,lungo il fiume, si esibiscono in giochi sempre più estremi che li portano a sporcarsi, graffiarsi , ferirsi. Francesca sogna di poter essere e fare come loro che sembrano non avere regole e legami. Soprattutto però incontrando lo sguardo della loro “ condottiera”, quegli occhi scurissimi, determinati, che esprimono fermezza, sicurezza e che dicono al mondo di non avere paura di nulla, Francesca sogna di diventare sua amica , e cosi sarà subendone il fascino e diventandone completamente succube.
Sfuggendo dal controllo della madre ossessionata dal suo aspetto fisico e dal giudizio della gente, e di un padre che sembra lontano e rassegnato, Francesca entra nel mondo della Malnata, così soprannominata per la sua fama di portare sfortuna e per il suo comportamento riprovevole, e con lei compie imprese anche sconsiderate che non avrebbe mai pensato di poter compiere. Alla fine però di un percorso difficile, impara che la grave sopraffazione, specie maschile, e l’abuso di potere vanno denunciati e il perbenissimo falso e subdolo che la comunità conferisce ai potenti va smascherato.
La scrittura è fluida e coinvolgente anche nei passaggi più crudi, e l’ autrice scruta e osserva con rara sensibilità le varie sfaccettature dell’ anima delle due ragazze che si affacciano alla vita, che reagiscono avendo un diverso vissuto alle spalle, ma che si incontrano, si capiscono, si sorreggono e che riescono a vincere , al di sopra e contro la riprovazione della comunità in cui vivono, denunciando il marcio di una certa società.
Roberto Riscica

Lettura veloce e molti dialoghi diretti nella narrazione di un’amicizia indissolubile tra due ragazzine di diversa estrazione sociale nell’Italia del periodo del fascismo all’epoca espansionistica della guerra in Abissinia.
Un romanzo che affronta tanti temi importanti: il ruolo della donna a quell’epoca, la prevaricazione maschile, le molestie, la violenza, l’emarginazione, la pubertà, i pregiudizi, il conformismo, la ribellione al regime e altro.
Troppo per due ragazzine e per un tempo della narrazione che è di circa un anno.
Troppo per arrivare ad una elaborazione di almeno un aspetto da parte delle due ragazze inconsapevoli.
Quello che trionfa è il sentimento genuino e sincero dell’amicizia e della solidarietà, attraverso una emozionante, quanto inverosimile conclusiva difesa di Maddalena da parte di Francesca, contro tutti.
Poco generosa la ricostruzione della figura delle madri delle due ragazze: donne assenti, colpite entrambe dal peggiore dei lutti che una madre può subire, ciascuna con una diversa modalità di reazione ma entrambe svuotate da ogni sentimento.
Positiva la figura della governante, vicino a Francesca ma quasi impercettibile.
Riflessione ricorrente, non sempre in linea con il messaggio trasmesso con il romanzo: “le parole sono pericolose”.
Caterina Passarelli

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