Recensioni a “Gli occhi vuoti dei santi” di Giorgio Ghiotti

“Gli occhi vuoti dei santi” di Giorgio Ghiotti

In ciascuno dei 12 racconti il lettore entra nelle riflessioni, nelle emozioni, nei pensieri più intimi dei vari protagonisti, restando coinvolto in un florilegio di rapporti familiari descritti con un linguaggio asciutto e scorrevole che riesce a trasmettere poesia oltre a tanta tristezza. Ogni storia mette in evidenza i desideri inconfessati, le paure nascoste, le aspettative deluse, i sensi di colpa e i rimpianti di personaggi che si guardano indietro con nostalgia e con rammarico, colpiti dalla durezza della vita. Innegabile il talento letterario dell’autore.

Caterina Passarelli

Gli occhi vuoti dei Santi è un libro forte, doloroso e dissacrante ma, al contempo, poetico e struggente.
Raccoglie dodici brevi storie, quasi tutte raccontate in prima persona con note autobiografiche che ci svelano senza alcun pudore i sogni e i segreti più intimi, dolorosi e, talvolta, inconfessabili dei protagonisti.
Vengono messi in scena e sezionati i legami familiari, riemergono i ricordi teneri e felici dell’infanzia ma anche le inclinazioni distruttive e i sentimenti inconfessabili di invidia e odio.
I padri e le madri sono figure ricorrenti e centrali nelle storie ma l’autore riserva loro uno sguardo ambiguo, un miscuglio di affetto e indifferenza, ammirazione e insofferenza, comprensione e incomunicabilità.
Nella raccolta si ritrovano anche le tematiche dell’amore omosessuale e della giovinezza, celebrata come momento eroico della vita che non tornerà mai più.
Colpisce come una materia narrativa così dolorosa e sensibile venga raccontata dall’autore con una scrittura essenziale, controllata e dosata, priva di indulgenza e, quasi, impietosa.
E’ una scrittura colta, dove le parole si compongono per restituire al lettore immagini liriche.

Maria Antonietta Possamai

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