“Fabro, Melodia dei monti pallidi ” di Francesco Vidotto

titolo: Fabro, Melodia dei monti pallidi

autore: Francesco Vidotto

editore: Mondadori

sinossi: “Il mio nome è Fabro e di mio padre so solamente che era maniscalco e che non aveva un filo di fantasia.” Così si apre l’epopea di Fabro, uomo semplice e forte, capace di rialzarsi e ricominciare nonostante i colpi che la vita non risparmia. Fabro nasce in una stalla ai piedi delle montagne un mattino di novembre del 1925, scaldato dal fieno e dal respiro di quattro mucche, perché “ci sono cose che, se sei povero, non cambiano mai”. La sua infanzia trascorre serena tra i boschi e i picchi delle Dolomiti e alla scuola elementare incontra Rina, una bambina timida con un sorriso che solo lui sa accendere, un sorriso capace di scaldare gli inverni più freddi. La vita va avanti, dà e toglie, generosa e spietata, finché Fabro scopre la musica. Se ne stava nascosta in un vecchio armonium, nella chiesa di Tai di Cadore. La melodia che esce vibrando dallo strumento è il respiro del bosco, il vento che accarezza i rami, e lo pervade d’incanto. Poi arriva la guerra e Fabro deve lasciare casa per andare in bottega a Cibiana, il mitico paese delle chiavi. Qui viene iniziato ai segreti di un mestiere antico e affascinante. La musica però non smette di aspettarlo. C’è un organo nella chiesa del paese che il parroco suona durante la messa. Una sera Fabro si siede sullo sgabello, guarda fuori dalla finestra e inizia a suonare, sono le sue montagne a suggerirgli la melodia, lui solamente le ascolta e le copia… Sarà la musica a fargli incontrare di nuovo Rina – l’amore, quello vero – e a regalargli il periodo più felice della sua vita, fino a quando, un giorno scuro, quella musica che dall’anima corre fino alle dita e ai tasti bianchi e neri, imitando la vertigine della montagna, rimarrà in trappola. Ancora una volta sarà l’amore a liberarla e a salvare lui e la sua famiglia. La vita e le alterne fortune di Fabro, in un mondo arcaico che sopravvive nei ricordi degli avi, raccontate da Francesco Vidotto con voce tenera, ironica e malinconica.

biografia: Francesco Vidotto è nato nel 1976. Dopo una laurea in Economia e una lunga attività come manager d’azienda, ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla scrittura ed è tornato a vivere a Tai di Cadore, tra le Dolomiti. Ha pubblicato: Il selvaggio (Carabba 2005), Signore delle cime (Carabba 2007), Siro (Minerva 2011, premio Cortina d’Ampezzo per la letteratura di montagna e premio eLEGGERE LIBeRI di Tione di Trento), Zoe (Minerva 2012), Oceano (Minerva 2014, premio Torre Petrosa e premio Latisana per la letteratura del Nord Est).

Share