L’indicibilità del bello, quell’impossibile univocità di criteri, di corrispondenze esatte tra interno ed esterno, tra concetti astratti e traduzione materiale, trova nell’esperienza del Maglificio Giordano’s la sua piena realizzazione. Difficile rendere a parole la sensazione di “purezza” che si respira nello stabilimento di Cappella Maggiore (TV), il cui nucleo originario si identifica ancora con la casa della famiglia Dal Mas, in cui Eleonora Lavina, non ancora ventenne, decise di coniugare “algebra” e “fuoco”, tecnica e passione per affrontare il periodo postbellico dando vita a capi di maglieria unici, via via destinati a clienti d’eccezione.
È la sua determinazione a innervare un percorso in cui creatività e coraggio imprenditoriale si fondono sino a fondare un’azienda che, senza timore retorico, può definirsi espressione di un sogno o, meglio ancora, articolazione di una tenacia mai disgiunta dal desiderio, dal bisogno di esplorare, scoprire, di non fermarsi al primo successo.
Non è un caso che i figli Angelo, Luisa e Rosanna abbiano deciso, al principio del nostro incontro, di far parlare direttamente lei, di proiettare un video che ritrae quest’energica signora novantenne con alle spalle la prima macchina da maglieria, inizio e metafora di un percorso, punto di coagulazione di una passione che si è fatta tecnica, patrimonio da tramandare.
Sono i tre fratelli, oggi, a portare avanti l’azienda nata nel 1948, a raccogliere un’eredità il cui lessico familiare include termini settoriali e voci “del cuore”, parole che afferiscono al campo del quotidiano inteso come somma di gesti, azioni, legami che intrecciano fattore umano e attività lavorativa. La forza di Eleonora è del resto il motore di tutta questa storia, un’incredibile epopea che vede nel sacrificio il propellente per una crescita umana e professionale, quando anche il marito lascia il lavoro e decide di affiancarla, di investire in nuovi macchinari per dar linfa a un’attività sempre più specializzata che pone al centro la cura del dettaglio, l’attenzione a ogni minimo particolare.
Questa è l’anima di Giordano’s: dedizione e impegno, con lo sguardo rivolto al futuro in un’ottica di “conservazione”, nella certezza che tesaurizzare i saperi equivale a non disperdere il talento, a valorizzare ciò che si è costruito.
L’azienda, che oggi conta più di sessanta dipendenti, inizia il suo processo di internazionalizzazione nei primi anni Ottanta, quando un prestigioso cliente inglese intravede nel maglificio le potenzialità dell’impresa. Così, grazie al suo aiuto, i capi lavorati da Giordano’s cominciano a farsi strada nel mercato anglosassone, varcano i confini nazionali e acquisiscono il gusto d’Oltralpe, fondono raffinatezza e sperimentazione, impronta classica e spunti inediti. È in questo periodo che Luisa, modellista, segue il cliente a Parigi e ammira abiti che, sino ad allora, aveva visto unicamente sulle riviste di moda. «Mi brillavano gli occhi – racconta – quando sono tornata ho detto: “Voglio lavorare per loro”».
Così è stato. A partire dagli anni Novanta iniziano le prime collaborazioni con le maison internazionali del lusso alla ricerca di lavorazioni di pregio e il nome dell’azienda, ormai riconoscibile sul mercato estero, diviene sinonimo di bellezza, di charme. «Il nostro core business – dichiara Rosanna – risiede nell’attenzione alla qualità e nella sfida continua. Non ci si ferma mai. È un prodotto, quello a cui diamo vita, che si fa con l’esperienza, con l’allenamento delle mani e della mente».
Proprio la cultura della manualità, dei gesti attenti, misurati, è alla base della politica di Giordano’s, che ancora una volta guarda alla tradizione, al richiamo di mamma Eleonora ai movimenti, a quel sapiente gioco di mani che traspare dai fotogrammi del video, dalle parole che fotografano una meticolosità, una precisione d’altri tempi. «Certe cose vengono fuori solo se le senti dentro – continua Rosanna – noi partiamo dal filo che trattiamo come fosse una creatura. Così, la mano che lavora è collegata al cervello e al cuore. Non può esistere un buon prodotto senza la giusta dose di affettività».
È in questa prospettiva che il rapporto con le tecnologie diviene un necessario completamento, un’urgenza che è impossibile fuggire ma che occorre “accompagnare”, senza temere un dominio della macchina, una totale abrasione dell’azione umana. «In Giordano’s vige un perfetto equilibrio tra materialità, manualità e tecnologia» afferma Angelo, ed è questa coesistenza che garantisce la produzione di capi unici, rivolti a clienti internazionali alla ricerca di un prodotto esclusivo e all’avanguardia.
«Anche un semplice schizzo può far nascere un’opera d’arte» dice Rosanna, laddove un tratto diviene circoscrizione di un’idea, origine di un prodotto che non ha eguali. Ma è nell’accuratezza di ogni passaggio nella filiera produttiva che risiede la specificità della tradizione Giordano’s, nella ricerca delle fibre di origine vegetale e animale, nell’utilizzo di lane delle migliori filature italiane, nei tessuti che fanno la differenza. Ogni capo, prima di uscire dal Maglificio, passa attraverso almeno venticinque lavorazioni. In tempi di fast-fashion è una rivoluzione, un richiamo al bello che si coniuga con la riservatezza verso il cliente, con una cura del dettaglio inscritta in un processo di intelligenza creativa collettiva giacché ogni reparto produttivo è collegato, e nessuno è lasciato solo.
Quest’attenzione alla totalità si traduce anche nel benessere del dipendente, nel bisogno di “coltivarne” l’entusiasmo e la formazione, garantendo un ambiente sano, turni di lavoro adeguati, un necessario equilibrio casa-lavoro. Giordano’s ha istituito, nel giardino integrato alla sede, corsi di yoga al mattino, una pratica volta a favorire relazioni positive e instaurare un clima di armonia e coesione interna.
Un ruolo fondamentale, del resto, lo gioca il rapporto con il territorio, la scelta di instaurare partnership con scuole, università, enti e istituzioni che possano contribuire a formare i giovani attraverso stage, visite in azienda, fornitura di materiali. Con lo IUAV di Venezia così come con l’ITS Cosmo e Politecnico Calzaturiero, il Maglificio ha collaborato alla nascita di un laboratorio di maglieria per tramandare, attraverso il lavoro sul campo, un sapere artigiano che pone al centro il bello, la finitura di ogni manufatto.
Ne deriva, necessariamente, un’attenzione alla sostenibilità che prescinde da proclami obbligati e si traduce in capi destinati a durare, pensati per lasciare una traccia, come rivela l’archivio aziendale in cui sono raccolti punti maglia, vari capi con relativi modelli, disegni e schede tecniche realizzate negli ultimi quattro decenni. Si tratta di una fonte di ispirazione riservata agli stilisti e ai designer che qui trovano spunti per le proprie collezioni, confermando il valore generativo di queste creazioni, la capacità di resistere al tempo, alla sua azione divoratrice.
«L’alta qualità dei manufatti è esito di un processo produttivo ben controllato e di una continua ricerca della perfezione», dichiara Rosanna. «Il bello per noi significa pensare agli altri, alla soddisfazione del cliente, a come dar forma a un’idea senza porre unicamente al centro il business».
Un perfetto equilibrio di forma e senso, come nella migliore tradizione artistica.
Ginevra Amadio
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