Un posto difficile da raggiungere. Intervista a Gianluigi Bodi

Un posto difficile da raggiungere. Intervista a Gianluigi Bodi

Scrivevo nel 2017 sul blog di Gianluigi BodiLeggere sempre. L’ossessione della lettura. Leggere: Un testo da studiare, un bugiardino dei medicinali, una composizione della marmellata, un’opera teatrale. Leggere un gesto, un fatto, un non fatto, un commento, un post. Stiamo qui a leggere sempre. Oziosi e curiosi. Vivi e decisi a far vivere, far provare anche a chi non legge il piacere della lettura.

Nel 2017 ha dato vita a “Senzaudio Servizi Editoriali” un’associazione che si occupa della valutazione dei manoscritti. Gianluigi Bodi è il creatore del sito “Senzaudio.it” che si occupa di case editrici indipendenti. Già nel 2015 ha vinto il concorso letterario indetto dal CartaCarbone Festival di Treviso con il racconto “Perché piango di notte”. Nel 2016 ha curato la raccolta di racconti “Teorie e tecniche di Indipendenza” (Verbavolant) e nel 2021 ha curato “Hotel Lagoverde” per Liberaria Editrice. 

Esce questo anno la sua raccolta di racconti pubblicata da Arkadia dal titolo “Un posto difficile da raggiungere”.

Dei racconti di Gianluigi Bodi voglio parlarvi de “Il rito”, un racconto sui rapporti fra padre e figlio. Chi racconta è un figlio giovane alle prese con un padre che una sera ha un infarto davanti a lui. Il figlio non ha nessuna reazione, sarà la madre a chiamare il 118 e salvare il marito. Dopo questo episodio il figlio dovrà seguire una psicologa che gli consiglia di andare a vivere per proprio conto. Il padre personalità debordante concede al figlio un appartamento in periferia. Perché ve lo racconto? Per la crudeltà insita in rapporti che hanno una ritualità familiare, nel caso di questo racconto sarà il compleanno del padre. Un compleanno orribile vedrete. Per respirare un po’ vi consiglio il romantico racconto “Il vecchio in bicicletta” e vi rappacificherete con i sentimenti e con i sogni. Veramente un posto difficile da raggiungere: “persone che cercano un proprio posto nel mondo senza comprendere fino in fondo quale sia la strada da percorrere.”

"Un posto difficile da raggiungere"
di Gianluigi Bodi

L’intervista

[Ippolita Luzzo]: Noi ci siamo conosciuti proprio all’indomani della nascita del tuo blog, da allora tu hai continuato a scrivere e i tuoi racconti sono apparsi su “Il primo amore”, “Pastrengo”, “Altri Animali”, “Narrandom”, “Malgrado le Mosche”, “Rivista Blam!”, “Spaghetti Writers”, “Ammatula”, “Spazinclusi”, “Crack” e su altre riviste letterarie sia digitali sia cartacee. Nel 2020 un tuo racconto breve è stato incluso nella raccolta I giorni alla finestra (Il Saggiatore). Hai curato le antologie Teorie e tecniche di indipendenza (VerbaVolant, 2016) e Hotel Lagoverde (LiberAria, 2021). Un tuo scritto è stato inserito in Ti racconto una canzone (Arcana, 2022). Hai vinto il premio #Comisso15righe per le recensioni sui libri in concorso e collabori con il sito web del Premio Comisso sul quale tieni la rubrica “Venetarium”. Siamo quindi a casa tua, tu vivi a Mogliano Veneto. Forse ho scordato tanto altro da scrivere ma tu ora integrerai quello che io ho dimenticato. Che esigenza hai sentito nel creare un sito che si occupasse proprio di editoria indipendente?

Gianluigi Bodi

[Gianluigi Bodi]: La cosa si è sviluppata un po’ per gradi. Nel 2013 ho aperto Senzaudio perché avevo l’esigenza di raccontare. Non solo libri, ma anche esperienze personali, scelte musicali, momenti importanti. Venivo da un lungo periodo in cui mi sembrava di essermi tenuto tutto dentro. Senzaudio all’epoca era un blog multi autore e quindi c’era una certa pluralità di stili e voci, ma a un certo punto ho capito che volevo qualcosa di diverso e che in realtà mi interessava parlare solo di libri. A quel punto ho iniziato a frequentare la Libreria Marcopolo a Venezia che, all’epoca, era ancora situata nella piccola sede vicino al Teatro Malibran. Lì ho fatto la conoscenza, grazie al titolare Claudio, di un mondo editoriale che fino a quel punto avevo conosciuto solo marginalmente. Ho incontrato case editrici di cui non conoscevo l’esistenza e ho scoperto che c’era un enorme fermento dietro ai soliti quattro o cinque marchi editoriali ben noti. Da questa scoperta è nata la versione attuale di Senzaudio che ha ormai compiuto dieci anni di vita. Alla base di tutto c’è l’idea di far conoscere libri, autori, editori che magari hanno più difficoltà a raggiungere le case dei lettori perché la loro presenza nelle librerie non è sempre garantita.
Mi era sembrato che ci fosse, una decina di anni fa, l’idea che pubblicare per una casa editrice indipendente significasse pubblicare per un editore di serie B, un editore che non avendo la disponibilità economica dei grandi marchi era costretto a pubblicare autori poco sconosciuti dalle dubbie qualità. Invece, leggendo le proposte editoriali di questi editori mi sono accorto della grandissima qualità delle loro proposte e a poco a poco è cambiato anche il mio rapporto con la grande editoria. Ora, se voglio comprarmi un libro di un autore o un’autrice che non conosco mi indirizzo di preferenza verso le case editrici indipendenti perché negli anni si è sviluppato un rapporto di fiducia.

Come nascono i tuoi racconti e come hai incontrato la casa editrice Arkadia che sicuramente ha trovato un suo spazio nel pubblicare nuovi autori che nascono dal mondo social, dai blog ma anche da altre realtà e sono agganciati però alle realtà del territorio?

I miei racconti nascono in modo diverso, il processo di creazione non è sempre lo stesso. A volte mi capita di partire da un’immagine, qualcosa che all’improvviso mi si crea nella mente e che non mi abbandona. Da lì mi trovo a rimuginare su cosa rappresenti quella singola immagine e poi, quando è il momento giusto mi metto alla tastiera e inizio a scrivere.
Altre volte vengo colpito da una domanda: cosa succederebbe a una coppia che non sa nemmeno di essere in crisi se avesse la possibilità di isolarsi in uno spazio sicuro? Cosa accadrebbe a Venezia se all’improvviso dei mostri carnivori uscissero dai tombini della città?
Queste domande mi costringono a trovare una risposta, una risposta che sia solo mia.
Altre volte ancora parto da un personaggio, non è necessario che sia di pura finzione, può essere anche qualcuno che ho visto in treno. Se quel personaggio mi interessa decido di raccontare la sua storia, me la invento.
Perché, in fin dei conti, ciò che mi piace fare è raccontare storie.
L’incontro con Arkadia è avvenuto grazie al blog Senzaudio. Nella continua ricerca di nuove case editrici indipendenti da studiare mi sono imbattuto in questa casa editrice sarda. Negli anni, con alcune delle persone che animano questa casa editrice è nato un rapporto di stima e di amicizia. Ho seguito da vicino la nascita della collana SideKar, che è poi la stessa che ospita il mio libro, e ho conosciuto autori davvero meritevoli. Non vorrei fare un elenco perché so che poi mi dimenticherei qualche nome, ma “Stato di famiglia” di Alessandro Zannoni è ancora adesso uno dei libri che mi ha scosso più nel profondo. Quando ho dovuto scegliere a chi mandare i miei racconti, Arkadia mi è sembrata una scelta naturale. Sapevo che a loro il genere breve interessava, cosa purtroppo non scontata, e quindi ho inviato il manoscritto e dopo qualche mese mi hanno avvisato che gli era piaciuto quello che avevano letto e che volevano pubblicare la raccolta.

Come vedi tu ora da lettore e da autore il fluire dell’offerta editoriale e la così variegata offerta di lettura di questi tempi? Non ci sentiamo un po’ tutti come l’asino di Buridano di fronte ad offerte eccessive?

Devo dire la verità, a volte, quando entro in una libreria di catena, mi sento sopraffatto dall’enorme quantità di libri sugli scaffali. Non è un’oppressione legata alla tipica affermazione che sento spesso: così tanti libri e così poco tempo per leggerli.
In realtà ciò che mi fa pensare è un altro aspetto: ma questi libri avranno almeno un lettore?
Si dice spesso che in Italia si pubblicano troppi libri e questa è una polemica che si ripropone ciclicamente. Io non so se questa affermazione sia vera, credo però che in effetti ci siano pochi lettori per i libri che si pubblicano e forse, più che incidere sulla diminuzione di titoli pubblicati proverei a capire come fare a incidere sull’aumento dei lettori.
Non ho ricette e non mi piacciono nemmeno quegli atteggiamenti che tendono a sottolineare il fatto che chi legge sia migliore di chi non legge perché mi sembra una cosa assurda da pensare. Mi piacerebbe che venissero attuate delle politiche atte alla promozione della lettura fin dalla tenera età, fin dalla scuola materna. Mi piacerebbe che venisse trasmesso il piacere della lettura, il piacere di assaporare le storie che ti portano lontano. Credo che poi, di conseguenza, anche il lato istruttivo del leggere e dell’accrescimento culturale troverebbe un proprio spazio.
Mi pare che ancora per molti il libro non sia un oggetto familiare, sia qualcosa di respingente e “pesante”. Forse lavorerei in questo senso, lavorerei sul riconoscere il libro come alleato e non più come nemico e a quel punto i tanti libri stampati durante l’anno avrebbero più lettori ad accoglierli.

“Un posto difficile da raggiungere”
di Gianluigi Bodi (Autore)
Editore: Arkadia (21 luglio 2023)
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 184 pagine
ISBN-10: 8868514443
ISBN-13: 978-8868514440
Peso articolo: 222 g
Dimensioni: 21 x 2.1 x 14 cm

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