Per capire Pasolini bisogna capire il poeta

Per capire Pasolini bisogna capire il poeta

Il libro di Giorgio Manacorda Pier Paolo Poeta. Le poesie di Pasolini (Castelvecchi 2022), ha in esergo due versi:
Temo la poesia anche se porta doni.
Lo so, lo so. So che non mi perdoni.

Versi che dicono molto del difficile e complesso rapporto di Manacorda con la poesia di Pasolini. E dicono anche perché Manacorda intitola questo saggio “Uno piscodramma critico”.

Rai cultura in occasione dei 100 anni dalla nascita di PPP, ha ritrasmesso un’intervista del 2014, quando Manacorda pubblicò Pasolini a Villa Ada (Voland), un piccolo racconto dedicato alla sua amicizia con Pasolini: “È stato lui che ha pubblicato per la prima volta le mie poesie, è stato lui che mi ha letteralmente salvato presentandomi a Cesare Musatti per curare la mia asma. Devo a Pier Paolo, al suo atteggiamento paterno nei miei confronti, la mia vita letteraria e la mia vita vera e propria”.

Tra i tanti libri che escono in questo periodo, perché dovremmo leggere proprio questo? Perché è un libro sulle poesie di Pasolini. Tutti parlano di lui come personaggio pubblico, come romanziere, regista, saggista, polemico “interventista” politico culturale. Eppure tutti pensano che Pasolini sia soprattutto un poeta, benché pochi conoscano davvero la sua opera in versi.

Giorgio Manacorda ha riletto le poesie, le ha attraversate, scandagliate, esaminate con l’occhio critico e impietoso di un amico che affronta, dopo sessant’anni, l’opera in versi del maestro – con tutto l’ affetto e anche la sofferenza di chi fa i conti con il suo mito personale, che è anche un mito letterario.

Un caso di estrema di vicinanza e di estrema lontananza, di amore e irritazione, di incontro e di scontro, e di dolore quando Manacorda vede quello che non gli piace, ciò che gli sembra caduco, intollerabile per l’ossessiva ripetizione e dilapidazione del dono poetico così come si manifesta nella lirica di Pasolini.

Eppure Manacorda vuole salvare Pasolini da un possibile oblio, non vuole che Pasolini “faccia la fine di D’ Annunzio, ovvero di un poeta che è un poeta, ma la cui produzione, il cui modo di pensare era troppo preda del suo tempo”.

Pier Paolo Pasolini (Wikimedia Commons)

Allora, in che misura Pasolini è preda del suo tempo?

È difficile dirlo, ma non c’è dubbio che fosse immerso nel lessico, nelle metafore, nei discorsi, nelle riflessioni della sua epoca. È intriso di contemporaneità politico-sociale: dalle borgate romane, al consumismo, dal conformismo borghese, alla mutazione antropologica indotta dalla “ricchezza”. Ma la caducità che deriva dai suoi temi non ha intaccato il successo. Pasolini sembra presente oggi nella nostra cultura come prima e, forse, più di prima.

Un successo che dura al di là di ogni previsione, un successo inspiegabile, un successo che ha fatto di lui un personaggio simile a Che Guevara: un’immagine mediatica buona per tutti gli usi. Ognuno a destra o a sinistra aveva il suo Che, oggi a destra o a sinistra, di sopra o di sotto, tutti hanno un loro Pasolini e ci fanno quello che vogliono: rivoluzionario, reazionario, borghese, contro la borghesia…

Certo il cinema ha contribuito molto al suo successo planetario, e al suo successo con i non lettori. Ma, paradossalmente, il suo restare nel tempo è dovuto ai libri che nessuno legge, è dovuto alla poesia. Lui ha applicato il modo poetico di pensare, al cinema, alla letteratura, ai saggi, agli interventi sui quotidiani, insomma alla vita. Forse ci si potrebbe chiedere se la sua poesia è fuori dai libri di poesia, tanto è pervasiva. Tutti lo sentono, lo percepiscono, quasi involontariamente, perché gli umani non lo sanno ma non sono razionali. Questo Pasolini, invece, lo sapeva, e non pensava certo di essere un profeta (come qualcuno, ahimè, ha detto) però sapeva di essere un poeta e di esserlo totalmente: in ogni gesto, in ogni respiro, in ogni pensiero, in ogni modalità del suo essere.

Quindi per capire Pasolini bisogna capire il poeta. Per questo Manacorda ha riletto verso per verso i suoi libri di poesia.

Bruna D’Ettorre

Pier Paolo Poeta. Le poesie di Pasolini
Castelvecchi Editore
Anno 2022
Pagine 276
Collana Nodi
Isbn 9788832907049

Immagine in evidenza: particolare della copertina del libro di Giorgio Manacorda – Pasolini a Villa Ada

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