Emigranti (Parte 2 di 2: Viaggio di ritorno)

Emigranti (Parte 2 di 2: Viaggio di ritorno)

Emigranti (Parte 1 di 2: Viaggio di andata) | Emigranti (Parte 2 di 2: Viaggio di ritorno)

Si riparte dalla Gare de Lyon. I saluti si incrociano mezzi in italiano e mezzi in francese.
Uno entra con una grossa valigia e domanda se la piazza è libera. È un operaio veneto dai capelli bianchi, ma aitante nella persona. Chiacchierone, ostenta di parlare con tutti in italiano come fosse già a casa sua. Attacca discorso con uno che va in Egitto e vanta di conoscere questo paese, perché durante la guerra di Libia è stato a Tobruk.
Parla come ebbro, racconta di una casa fatta da lui e di una lite col padrone francese che non aveva modo di pagargli il lavoro. Ma placatosi nel sonno, al mattino dopo, attraversando la Savoia, è riescito a dire cose sensate.

Gare de Lyon in Paris (foto di Christian Liebscher, Wikimedia Commons)

A San Giovanni di Moriana salirono alcuni capimastri piemontesi che si diedero a discorrere. Questa gente, come i contadini che quando viaggiano in treno si tengono fissi ad osservare i campi che scorrono davanti ai loro occhi, commentando le culture e le vegetazioni, ad ogni fabbrica dava informazioni circa il lavoro e le paghe. «Questa è stata chiusa». «Qui lavorano ancora ma da quattrocento operai sono stati ridotti a cinquanta». «Là dentro sulla montagna si fa un grande barraggio di trentacinque metri di spessore e c’è ricerca di uomini, pagano bene». «Anche questa fabbrica è stata chiusa: pareva che la crisi non dovesse venire in Francia, è stata l’ultima a cedere, ma adesso anche qui c’è poco da scherzare; e se ancora tengono degli operai, preferiscono tenere degli algerini».

Panorama di San Giovanni di Moriana, Savoia, Francia (foto di Florian Pépellin, Wikimedia Commons)

Allora l’operaio chiacchierone intervenne con la sua osservazione sensata: «Bel guadagno che crede di fare la Francia a tenersi questa gente! Io li conosco questi algerini, ah loro per vivere basta solo un pezzo di pane secco. Bel guadagno che danno al paese! Bella ricchezza che portano: essi non sono come noi a cui piace mangiare e bere. Miseria portano, staranno freschi».

Il treno andava lento come per lasciare che loro osservassero e parlassero delle usine e del barraggio di cui si potevano già vedere i primi lavori. «Queste montagne, poi, danno tutte ottima pietra da copertura, ci sono di quelli che si sono fatti ricchi».
E l’operaio chiacchierone facendosi avido nell’osservare, fino a schiacciare il naso contro al vetro, si promise a voce alta di ritornare da queste parti a primavera.
Giovanni Comisso

da La Gazzetta del Popolo del 28/11/1932

Immagine in evidenza: Gare de Lyon (foto di Jeanne Menjoulet, Wikimedia Commons)

Share