Viaggio nelle Fabbriche della Bellezza: SAC Serigrafia

Viaggio nelle Fabbriche della Bellezza: SAC Serigrafia

«Le persone fanno scoperte inciampando in fortunati esperimenti» scriveva John Ruskin in Le pietre di Venezia (1851, trad. it. 1987), trattato sull’arte e sull’architettura della città lagunare che ben si presta a introdurre la storia di SAC Serigrafia, tempio del sapere artigiano in cui la tecnica si unisce a un culto “sacrale” della materia. Per raccontare la bellezza è in fondo necessario scovare le tracce di un sapere collettivo, trovare nella modernità i residui di quella tradizione che custodisce e tramanda l’arte, dando vita a un racconto fatto di bagliori e sentimento.

Così l’azienda fondata da Bruno Santi nel 1966 diviene emblema di una produzione collocata in un sistema dove le tecnologie si fondono con regole di apprendimento legate alla manualità, a un’idea di “fare” che incrocia la tattilità dei materiali, degli strumenti, dei luoghi. C’è un video, disponibile su YouTube, in cui Santi racconta la storia e l’identità della sua azienda a partire dalle qualità della serigrafia, tecnica che permette di stampare su tutti i materiali, dal lego all’alluminio. È un documento prezioso perché mostra il senso del fondatore per l’esperienza, l’importanza di un lavoro che procede dalla testa, dallo sguardo, dalla capacità di trasformarsi rimodulando l’approccio all’arte e alla manifattura.

Da un piccolo telaietto fino a diventare la prima azienda serigrafica italiana a ottenere la certificazione ISO 9001 nel 1995 e ISO TS per le case automobilistiche, SAC Serigrafia ha attraversato i mutamenti del tempo cogliendo il meglio della tecnologia senza interrompere quella catena di conoscenza che, di generazione in generazione, permette di conservare un notevole patrimonio materiale e immateriale.

Lo si percepisce esplorando la sede di Riese Pio X (TV), che il figlio di Bruno Santi, Paolo, illustra come fosse un luogo di sperimentazione e memoria, laboratorio in cui il connubio tra innovazione e tradizione dà vita a risultati sbalorditivi, mostrando in filigrana qualcosa di più complesso – nonché infinitamente intenso – della semplice elaborazione produttiva: «La bellezza quanto realizziamo è difficilmente definibile. C’è un’idea di eleganza, di ariosità che mira a offrire al cliente un prodotto qualitativamente elevato. Per tale ragione le macchine, le attrezzature devono essere in grado di accordarsi a questo principio. Ma la mera “messa in funzione”, la tecnologia fine a sé stessa non basta. Trasformare la materia, dar vita a una buona produzione significa anche esercitare manualità e sapienza».

Basta osservare nella pratica chi lavora in SAC Serigrafia per capire il senso di questo discorso. Ogni gesto è misurato, preciso, testimonianza di un modo di intendere il “fare” che si inserisce in un sistema collettivo, di rapporto tra ideazione e pratica che fa della tecnica a stampa un mezzo per realizzare meraviglie. Le potenzialità di crescita della serigrafia, le sue molteplici applicazioni, permettono all’azienda di sviluppare progetti che spaziano dal settore industriale a quello della moda, dall’Automotive alla pubblicità.

Il risultato finale è sempre quello di un prodotto personalizzato, esclusivo in termini di estetica e funzionalità; loghi in alto spessore, etichette resinate o 3D, stampe su materiali, tutto concorre alla costruzione di un universo capace di coniugare la genuinità della “bottega” con una produzione decisamente all’avanguardia. Questo splendore antico, da maestri del “fare” e fare bene, con cura e dedizione, emerge nell’area espositiva inaugurata in SAC Serigrafia nel 2020, l’anno funesto della pandemia da Covid-19. Aderendo al progetto Atelier d’Impresa della Regione Veneto, l’azienda ha realizzato uno spazio che ripercorre la storia della serigrafia in parallelo procedere ai suoi risultati, dove i lavori per le maisons di moda, per il mondo dell’arte, per i colossi sportivi fotografano un percorso di conquiste e prospettive.

Uno spazio aperto, quello dell’atelier, pensato come fucina di idee e sonda sul futuro. Una testimonianza, in fondo, di un modo di intendere la produttività e dunque l’economia come qualcosa di profondamente avulso dalle regole di mercato, o perlomeno non schiacciato su di esse in termini aprioristici. C’è un’estrema lucidità nel processo serigrafico, quella capacità di lavorare le sfumature, di esaltare il colore che non può che appartenere al mondo dell’arte, a un’idea di produttività ancorata a standard qualitativi che chiamano in causa passato e futuro, tradizione e vitalità.

In questo impianto, che è anzitutto un sistema di pensiero, si inserisce l’attenzione alla sostenibilità con materiali come le resine mercury free, il potenziamento dell’impianto fotovoltaico e l’energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili. E poi il confronto continuo con il territorio, le occasioni di formazione per le scuole e le università pensati come momenti di “contaminazione”, di incrocio di mondi destinati a parlarsi, ad arricchirsi vicendevolmente per dar vita a qualcosa di unico, a un orizzonte d’attesa e azione proiettato verso il futuro.

I valori che orientano l’azione di SAC Serigrafia ricalcano, del resto, l’esperienza vincente del “Toyota Way”: dalla produzione snella (lean production), al miglioramento continuo (kaizen) sino alla collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti a livello ideativo e produttivo. Ne deriva, insieme a un benessere lavorativo che procede di pari passo alla soddisfazione del cliente, la proposizione di un nuovo modo di vivere l’azienda, un esperimento fortunato – per riprendere ancora Ruskin – che rievoca certi luoghi di sperimentazione culturale (impossibile non pensare alla “Factory” di Andy Warhol quando si visita l’atelier).

È questa, in fondo, un’altra articolazione della bellezza: un sapere da maestri in equilibrio tra artigianato e tecnologia, uno spazio di ri-elaborazione per sempre attivo e vitale.
Ginevra Amadio

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Tutte le immagini © SAC Serigrafia

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